Capire Bitcoin – che cos’è la blockchain

Blockchain significa letteralmente “Catena di blocchi”. Si tratta in pratica di un registro, un archivio digitale il cui contenuto è raccolto in singoli blocchi che sono concatenati l’un l’altro attraverso un ordine progressivo e di tempo.

Perché è così importante? Perché il suo sistema di funzionamento ha reso difficilissimo se non impossibile la duplicazione della moneta digitale.

Immagina di possedere una banconota che puoi duplicare e spendere tutte le volte che vuoi. Ovviamente, mentre è abbastanza complicato duplicare banconote reali, è assai più semplice duplicare la moneta digitale.

In informatica sappiamo come sia possibile copiare all’infinito un documento una volta che ne siamo entrati in possesso. Posso cioè moltiplicare una dieci cento mille volte un documento perché nulla mi impedisce di farlo. Creo un documento, lo invio ad un mio amico il quale lo copia a sua volta e lo invia a qualcun altro, senza costi aggiuntivi.

Tutto ciò, con il sistema blockchain non è possibile. Una volta consegnata l’informazione al mio amico, nel registro di bitcoin verrà scritto che io non ne sono più il possessore, ma sarà finito nelle mani del mio caro amico.

Nessuna duplicazione

All’interno della blockchain di bitcoin i dati non si possono copiare. Non posso cioè creare altri bitcoin da quelli che possiedo.

Ma cosa mi impedisce di scrivere delle informazioni in un blocco e successivamente modificarne il contenuto? Non è ciò che facciamo in informatica quando modifichiamo il contenuto di un documento? Magari ci siamo accorti di un refuso o di un errore, oppure vogliamo semplicemente cambiare una parola che non ci piace?

Beh, tutto questo con un registro come la blockchain non è possibile se non rendendo invalida tutta la catena successiva al blocco in cui vogliamo cambiare la nostra informazione.

Il double spending

Se da una parte è necessario garantire che non posso creare delle copie dai bitcoin che posseggo, è altrettanto necessario che mi venga impedito di poterli utilizzare più volte per le mie spese.

Un amico mi consegna un documento digitale e mi comunica che è di vitale importanza conservarne la sua segretezza e di non distribuirlo a nessuno. Evidentemente questo file è molto importante ed ha un certo valore. Nonostante le raccomandazioni del mio amico, io posso tranquillamente copiare e distribuire questo file a chiunque io voglia, perché non c’è nulla che mi impedisce di farlo se non la mia coscienza.

Con la blockchain tutto ciò diventa impossibile, la distribuzione non è più regolata dalla mia volontà ma dal processo di funzionamento di bitcoin. Una volta che il mio amico mi consegna i suoi bitcoin, questi diventano di mia proprietà e a mia volta, quando spenderò i miei bitcoin io ne perderò definitivamente il possesso. Come viene realizzato e reso possibile tutto questo?

L’avidità umana

Torniamo un attimo ad un concetto spiegato nella lezione precedente sul mining. Abbiamo visto che ogni miner impiega una certa forza lavoro detta tecnicamente Proof-of-work attraverso cui trova la soluzione che gli permette di agganciare il suo blocco alla blockchain, inoltre, il suo lavoro viene ricompensato con dei bitcoin. Questo fa si che una volta ottenuta la ricompensa, il miner si rimette al lavoro per ottenerne un’altra ancora. L’avidità dei miner fa sì che la difficoltà per scoprire un hash valido sia sempre più elevata. Una volta scritto il blocco, quindi, non è piacevole sapere che qualcuno vuole modificarne il contenuto: significa aver speso tempo e denaro per un’attività inutile. Tra l’altro, più indietro nel tempo si vogliono modificare le informazioni, più dispendioso sarà, in termini di calcolo ed economici, l’operazione, perché dovranno essere ricalcolati tutti gli hash di tutti i blocchi successivi a quello in cui si trova l’informazione da modificare. Questa operazione diventa, pertanto, impossibile da effettuare nella pratica.

Un’operazione di questo tipo richiede una tale potenza di calcolo che nessuno è realisticamente in grado di farlo. Ricordiamolo, in teoria è sempre possibile modificare il contenuto di un blocco, ma in pratica questa operazione non è conveniente dal punto di vista economico.

Quindi possiamo affermare che l’immutabilità della blockchain di bitcoin è garantita dal protocollo e dallo schema di validazione dei blocchi, cioè dal processo che abbiamo visto in precedenza e definito mining. L’intuizione di Satoshi Nakamoto è stata geniale, non è solo un calcolo puramente informatico, ma un algoritmo legato all’avidità umana che fa da garanzia al processo di generazione della blockchain.

Il processo di immutabilità della blockchain ha, pertanto, risolto un problema che è da sempre intrinseco all’informatica: le informazioni sono immutabili, non sono duplicabili e non sono riutilizzabili.


Ed anche per oggi questa mini lezione è conclusa. Se avete domande o altre richieste particolari, scrivetemi o commentate.

Grazie

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